Montaione è un comune di 3.431 abitanti della provincia di Firenze.
Dopo i tentativi di industrializzazione degli anni '60 e '70, negli anni '80 un gruppo di imprenditori, facendo loro le esperienze estere di turismo agricolo, portarono tale idea anche a Montaione. Nella seconda metà degli anni '90, anche qui complici le esperienze già fatte in altri paesi europei, alcuni agricoltori tralasciarono

l'aspetto quantitativo delle proprie coltivazioni per dedicarsi esclusivamente all'aspetto qualitativo, sia nelle produzioni "biologiche" che non. Le due attività agricole, agriturismo e produzioni agricole di qualità, hanno poi ingenerato un indotto di discreta qualità nei servizi. Questa "rivoluzione" economica di Montaione ha risollevato il potere di acquisto e la qualità della vita degli abitanti, contribuendo anche in parte al risanamento ambientale. Naturalmente è ancora presente, seppur in maniera limitata, il comparto manifatturiero, il che porta l'amministrazione comunale a dover prendere talvolta scelte in favore del settore agricolo/agrituristico (risanamento ambientale, marketing territoriale, arredo urbano nel capoluogo etc.), talvolta in favore del settore manifatturiero (vie di accesso, abitazioni per le manovalanze etc.), non potendo scontentare completamente nessuno dei due settori, nonostante la chiara contrapposizione degli interessi in gioco.
Secondo la leggenda un giovane nobile volterrano, Ajone, passò un giorno per una contrada lontana e nel più profondo del bosco incontrò la casa di Ine che piangeva la sua bellissima figlia, Figline, rapita da tal Gambasso. Ajone decise di riportare a casa Figline e marciò in guerra contro Gambasso. quando finalmente riportò Figline dalla madre ottenne di sposare Figline e fondò sia il paese di Monte Ajone che il castello di Figline a poca distanza dal paese. Le discendenze di Ajone e di Gambasso mantennero comunque un'accesa rivalità.
Un giorno i discendenti di Ajone a di Figline furono attaccati da un esercito nemico che dopo lungo assedio distrusse il castello. Si dice che tutti i difensori vennero passati per le armi. Dopo una siffatta sconfitta i popolani di Montaione smarrita la loro guida e la Fede, ritornarono all'idolatrìa e decisero di sacrificare la più bella ragazza del paese, il cui nome era Filli, agli dèi in augurio di pace e felicità. Un cavaliere fiorentino, sentita la notizia, si precipitò a Montaione e inorridito dal sacrificio umano (e forse attratto dalla bellezza della fanciulla sottoposta a martirio), obbligò i popolani a liberare la fanciulla e a sacrificare, al suo posto, una vitella. Fu così chiamato il Sire della Vitella. La Filli, libera dal martirio, riconoscente al suo salvatore, gli donò il vestito rosso stracciato dai tormenti del supplizio che egli usò, con orgoglio, come sua bandiera. Filli e il Signore della Vitella si sposarono e ricostruirono il castello di Figline dove vissero innumerevoli anni. Il Sire della Vitella era così innamorato della sua Filli che non faceva altro che chiamarla "Filli mia bella", "Filli desiata", "Filli cara"… fu così che fu chiamato egli stesso e il luogo dove vivevano Fillicara. I loro discendenti si chiamarono così Fillicara o Filicaja o da Filicaja ed ebbero come emblema il simbolo del vestito di Filli.
Nel 1623 Michelangelo Buonarroti il giovane, nipote del più famoso omonimo, durante una permanenza a Montaione presso i da Filicaja scrisse "L'Ajone", che interpreta a suo modo la leggenda, aggiungedovi che al suo tempo nel "palazzo" dei da Filicaja a Montaione "(…)si sguazza, e mangia altro che ghiande / e d'un buon vino vi beon le pile".
Già il Repetti nel suo "Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana" edito nel 1833 ammetteva forti difficoltà nel trovare documenti anteriori al XIII secolo; vediamo cosa si sa e cosa si dice del periodo anteriore al XIII secolo. L'esistenza di numerose colonie etrusco-romane nel territorio montaionese è confermata dai ritrovamenti di necropoli e fornaci presso Poggio all'Aglione, Bellafonte, lano e Castelfalfi. Appena sotto il Poggio all'Aglione una cisterna per acqua di origine

romana serviva a rifornire una villa situata a est della stessa. L'esistenza della villa è documentata dai grandi pezzi di mosaico ritrovati e da molti abitanti del luogo che dicono di esservi entrati. Purtroppo ancora non sono iniziati gli scavi archeologici.
Si hanno pure testimonianze del periodo paleocristiano nella cripta dell'oratorio di S.Biagio (a 500 metri da Montaione). Dopo le invasioni barbariche, si ricostruirono nuovi insediamenti intorno ai vecchi ruderi, soprattutto nei luoghi che offrivano maggiore sicurezza, come a Paterno, Marrante, Sala e successivamente nel Castello di Montaione, che venne munito di numerose torri e cinto da solide mura.
Nel 572 d.c. viene fondato il ducato di Lucca. L'ultimo o il penultimo duca d Lucca si chiama Allone. Contemporaneamente si ha notizia di un luogo chiamato Mons Allonis in una posizione che potrebbe corrispondere all'attuale posizione di Montaione. Pur senza alcuna certezza scientifica possiamo forse intuire che quello che sembra essere l'ultimo duca di Lucca fonda o comunque dà il suo nome ad un villaggio o ad un luogo disabitato: Mons Allonis - Monte di Allone. Per la leggenda, invece, Montaione deriverebbe da Mons Ajonis, Monte di Ajone, paese fondato da Ajone.
Il nome Montaione (per la verità Montacone) è ricordato per la prima volta in un atto di donazione del 981.